Archivio Storico Italiano, 1859, Vol. 10: Parte 1
Egli pensava che l'ufficio del maestro non consistesse nell'ornare la mente al discepolo di notizie vaghe e peregrine, ma nel comporne l'animo in guisa che se ne ottenga piena armonia di pensieri, di pa role e di azioni, secondo gli archetipi eterni del bello, del buono e del vero. L'insegnare non era secondo lui un mestiere, ma un sacerdozio. Quegli che ha l'ufficio d' insegnare, deve persuadere ai discepoli non ciò che piace ma ciò che è lecito; quegli che persuade il giusto, persuade più facilmente, avendo dalla sua il patronato della giustizia. È riprovato il discorso di colui la cui vita non merita approvazione. L'opera vale più che la parola; chi canta in un tuono e suona in un'altro, Iacera gli orecchi. La musica divina è armonia perfetta di pensieri, di parole, di azioni. Quando i discepoli si apprestano a loda re o biasimare alcuno, pensino almeno che non vi è sapiente che non sia superato da altri in sapienza e bontà, e non vi è stolto o malva gio che non ceda il posto ad altri più stolti e malvagi di lui. Quindi parsimonia nel lodare, e parsimonia maggiore nel biasimare..
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Archivio Storico Italiano, 1859, Vol. 10: Parte 1 (Classic Reprint) di Deputazione Toscana Di Storia Patria
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